
UN SOGNO CHIAMATO PARIGI Sabato la "nuova" Lucie prova a fermare Serena
I sogni non sono fatti di numeri, per fortuna. E nemmeno il tennis è una scienza esatta, altrimenti per Lucie Safarova non avrebbe neppure senso giocarla la finale del Roland Garros, in programma sabato. I numeri freddi, crudeli, impietosi, sono tutti dalla parte di Serena Williams. Cominciamo con le finali Slam: per Lucie quella di Parigi è la prima della carriera, alla 40esima partecipazione ad un major ("Gioco da ben dodici anni nel circuito e quindi sono ancora più felice di questo risultato"). Per Serena è la 24esima. Per di più la 34enne statunitense delle 23 precedenti ne ha vinte ben 19: sono riuscita a batterla in una finale Slam solo Venus (agli Us Open del 2001 ed a Wimbledon 2008), Maria Sharapova (Wimbledon 2004) e Sam Stosur (Us Open 2011). Per quanto riguarda i titoli complessivi siamo a 6 contro 66 mentre la classifica Wta recita numero 13 contro numero 1. Per finire al bilancio dei confronti diretti: otto successi della Williams in altrettante sfide. D'altro canto però è la loro prima volta sul "rosso" (c'è un precedente sulla terra, ma quella verde di Charleston ben diversa da quella parigina).
Eppure una chance di fare almeno partita pari la 28enne mancina di Brno ce l'ha. E non solo per le condizioni di salute di Serena (precarie quanto si vuole però in finale ci è arrivata...) ma soprattutto la "vecchia" Safarova non lo avrebbe mai nemmeno sognato mentre la"nuova" Lucie - magari timidamente - ci crede. Si è scrollata di dosso l'etichetta di "magnifica perdente", rendendo finalmente giustizia in questa stagione - la migliore di sempre per lei - al suo tennis da prima della classe. Adesso, con la finale raggiunta al Roland Garros, tra l'altro senza perdere un set, c'è da giurare che tutte la prenderanno sul serio. Certo, qua e la (vedi il doppio fallo sul primo match-point contro la Ivanovic) la "vecchia" Safarova torna a farsi viva ma la "nuova" Lucie non le da spazio più di tanto.
Una marcia imperiosa quella della 13esima testa di serie: la russa Pavlyuchenkova e la giapponese Nara per scaldarsi, la tedesca Lisicki per cominciare a fare sul serio prima di eliminare negli ottavi la "signora del rosso" Maria Sharapova, vincitrice di due delle ultime tre edizioni del torneo. Ancora nei quarti la vittoria sulla spagnola Muguruza - una che il Roland Garros se continua a migliorare prima o poi lo vince - fino alla prova di maturità contro la Ivanovic, un'altra ex campionessa del major parigino.
In attesa di giocare contro Serena la finale di sabato la Safarova, entrata matematicamente nelle top-ten dopo la vittoria sulla Muguruza (se vincerà anche la finale contro Serena da lunedì sarà numero 6, altrimenti sarà numero 7), ha anche centrato l'ingresso nella finale del doppio insieme alla statunitense Bethanie Mattek-Sands (l'ultima giocatrice capace di qualificarsi sia per la finale del singolare che per quella del doppio era stata Sara Errani nel 2012).
Un'ultima considerazione: Lucie è solo la quinta giocatrice mancina ad aver raggiunto una finale Slam nell'Era Open (le altre sono Ann Jones, Martina Navratiolova, Monica Seles - l'ultima mancina ad aver trionfato a Parigi, nel 1992 - e Petra Kvitova). E se riuscisse a diventare la quarta tennista a battere Serena in una finale Slam?
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