
Wimbledon - Federer c'è! Derby in 4 set e semifinale con Raonic
Roger batte Stan con un match di testa nonostante un game a vuoto nel primo parziale: 3-6, 7-6 (4), 6-4, 6-4. Milos Raonic frena invece le ambizioni di Nick Kyrgios che lascia il suo primo Championships dopo aver cancellato 12 match-point (9 a Gasquet, 3 oggi) ed eliminato Nadal. Chapeau, ma il canadese è più pronto e serve granate: 6-7 (4), 6-2, 6-4, 7-6 (4).
Tradisce qualche attesa il derby elvetico fra Roger Federer e Stan Wawrinka perché se il primo gioca un altro match (quasi) perfetto con altissime percentuali di servizio, il connazionale invece non sta bene e dopo un set a tutto braccio spegne la luce fino all'ultimo game della partita quando consegna le armi al quinto match-point. Stan si ferma fra i set per un intervento medico fra il secondo e il terzo e una lunga sosta nello spogliatoio prima del quarto: saranno stati i 3 giorni consecutivi sui prati di Church Road per la pioggia della prima settimana e la sacralità inviolabile del Never on sunday, o forse gli ultimi postumi della febbre pre-torneo, fatto sta che Roger ha avuto vita facile a partire dalla seconda partita quando il 7 volte campione ha perso solo 4 punti al servizio per un match di testa dopo lo spavento iniziale.
Federer ha infatti ceduto la battuta dell'1-3 nel primo set senza poi più concedere palle break fino all'ultimo game della partita. Il primo parziale l'ha vinto quindi Wawrinka nonostante una bassissima percentuale di prime in campo (39%, saranno 60% finali) e soprattutto la carenza di Stan da destra a uscire con un primo set senza ace. Poi tutto l'ormai solito campionario a rete, fra serve and volley e chip and charge, di Federer con un solo neo: troppi lungolinea scoperti contro il miglior passatore di rovescio del circuito.
Al tie-break emerge il tocco di Roger mentre Stan, che ha sempre un ottimo timing da fondo campo, è troppo macchinoso in avanzamento e nel terzo set Wawrinka annullerà 2 palle break nel terzo game prima di concedere il vantaggio alla sesta opportunità (settimo game). E vola la racchetta di Stan tradito dal suo colpo migliore con Federer a chiudere il terzo set con smash in salto... Nell'ultimo parziale 3 soli punti Wawrinka in risposta fino alla parità del settimo game, ma senza scampo ai vantaggi (5-3 Federer): Roger serve per il set, Stan gli risponde fra i piedi e lascia andare il braccio per l'ultimo assalto, ma il finale ormai è scritto: vince Federer 3-6, 7-6 (4), 6-4, 6-4, nona semifinale (non ne mai perse) al Championships.3-6, 7-6 (4), 6-4, 6-4.
Ci siamo intanto affezionati a Nick Kyrgios: australiano diciannovenne al suo primo Championships da professionista (ha vinto lo scorso anno il doppio junior con Kokkinakis), ha cancellato 9 match-point a Gasquet, eliminato Nadal su centrale oggi strappa un set a Milos Raonic, più pronto il grande salto dopo un paio d'anni di transizione. In semifinale ci va allora il canadese, o meglio, il gigante di Podgorica, formidabile colpitore e senza dubbio il miglior battitore del torneo. Plasmato da Ljubicic, raffinato dal maestro Piatti: il suo tennis, servizio e vincente, è come il napalm e in più di Kyrgios, che mostra un gioco sostanzialmente affine, ha qualche anno di allenamento e un back (in allungo) più sofisticato per i quindici in ricezione su manto erboso.
I rarissimi scambi li vince Kyrgios, che a Wimbledon guadagna 78 posizioni ATP, ma i game di Raonic sono più veloci e il perché lo leggiamo anche nelle statistiche: 39 ace a 15, 73 vincenti a 34 e quasi 9 punti su 10 con la prima di servizio (88%, nell'ultimo set zero punti conquistati da Nick nei primi 5 game di servizio canadese, un quindici nel sesto). Kyrgios sorprende The Big Server nel primo tie-break e sale 2-0 nel terzo set sulla prima palla break concessa dall'avversario: è un focus decisivo del match, ma per Raonic che centra 4 game consecutivi con un parziale di 16/2 punti, vince 6-7 (4), 6-2, 6-4, 7-6 (4) al quarto match-point e accede per la prima volta in semifinale slam. Affronterà Federer: chissà se lassù gli verranno le vertigini.
articolo di Fabio Disingrini
fonte Eurosport